Il Pd, i cui principi ho sposato in maniera entusiastica qualche anno fa, non è più la stessa cosa.
Considerato il mio breve percorso politico non posso certamente affermare che prima fosse migliore: probabilmente aveva grossi limiti ma appariva ai miei occhi quantomeno perfettibile e per quello scopo mi ero messo a disposizione.
Il "cambiaverso" mi ha invece regalato esperienze dirette poco edificanti come il congresso del 2013 e un passaggio di sola andata da osteggiatore del Berlusconismo a sostanziale "alleato" di Brunetta e Verdini.
I dubbi son cresciuti esponenzialmente con il filotto di cumuli di cariche, politicamente e statutariamente discutili, dei massimi rappresentanti politico-istituzionali del Pd locale e nazionale.
Speravo si trattasse di una fase transitoria, invece le primarie liguri generano in me l'ulteriore dubbio di una deriva verticistica che basa le sue fondamenta su un vero e proprio "sistema" anziché sulle normali dinamiche democratiche di un Partito.
In questo senso il netto calo di tesseramento del Pd locale non può che essere un tassello del mosaico del "sistema" che speriamo non viri pericolosamente verso un Nazareno locale i cui effetti collaterali potrebbero riconsegnare, magari anche con l'ausilio di una deprecabile "manina", persino l'amministrazione della città al centrodestra attualmente stranamente quiescente.
Il senso di responsabilità prevale, ma esiste nel Pd una questione morale grossa come una casa e non volerla affrontare, anche a livello locale, potrebbe condurmi a non poter proprio più giocare nella stessa squadra.
P.S. "La Nuova Provincia" di oggi 23/01/2015 riporta in calce un grosso errore: NON sono assolutamente di area renziana.
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