A corollario dell'iniziativa di controllo del vicinato lanciata dall'Amministrazione astigiana, il 23 novembre 2015 avveniva la presentazione, presso il Bar Vittoria, di “Apriamo gli Occhi": un'App per Smartphone Android e iPhone. Tentando di approfondire la questione sotto il profilo politico-amministrativo ci sono sorte non poche perplessità.
Perplessità riguardanti le modalità seguite
L'amministrazione dichiara che
"i tecnici informatici del nostro comune, dopo attenta e approfondita valutazione delle specifiche e delle problematiche da risolvere, in collaborazione con ASP hanno commissionato la realizzazione di questa APP che potrà senz'altro configurarsi come una svolta nel controllo del vicinato".
Dalle
condizioni contrattuali che gli utenti devono accettare per poter usufruire dell'App apprendiamo che
“ApriamoGliOcchi è una innovativa piattaforma di scambio di informazioni (“Piattaforma”) ideata da e di proprietà esclusiva di LMSC s.r.l. (“Gestore”)”. Ne consegue che la proprietà industriale ed intellettuale è unicamente di LMSC S.r.l., la società che ha realizzato l'applicazione.
Se l'intento è quello di soddisfare una sua esigenza riguardante la sicurezza, perché il Comune di Asti commissiona ad ASP un’App e non provvede direttamente all'individuazione di una società selezionata tramite bando?
Perché, a sua volta, l’ASP affida direttamente a LMSC S.r.l. l'incarico di sviluppare l'App senza ricercare la soluzione qualitativamente ed economicamente più conveniente tramite un bando, chiedendo magari aiuto al Comune?
L’iniziativa di creare l'App è del Comune o di ASP? Perché non si capisce bene… Perché lè partecipate son private quando si tratta di fare utili o prendere decisioni non condivise e diventano pubbliche quando si tratta di dividere costi o il rischio d’impresa.
Eppure i contatti diretti con LMSC S.r.l. non mancavano a questa Amministrazione...
Chi è LMSC S.r.l.? E' la società torinese che ha creato il portale
www.LastMinuteSottoCasa.it (LMSC) contro lo spreco alimentare nei piccoli esercizi commerciali. Se n'è parlato alla
presentazione del progetto in Municipio ad Asti il 24 febbraio 2015. Occasione in cui il Sindaco ha giustamente speso parole positive riguardanti il progetto:
“L’innovazione sta proprio nel tipo di utilizzo che viene fatto della tecnologia, ha sottolineato il Sindaco Fabrizio Brignolo, Una innovazione che consente, da un lato un’evoluzione digitale dei piccoli esercizi commerciali di prossimità che altrimenti rimarrebbero schiacciati dalla forza di promozione sul web della grande distribuzione organizzata e permette, dall’altro, di far tornare nel negozio il consumatore, sempre più abituato all’acquisto online. Anche, evidentemente, con un effetto indiretto sull’ambiente grazie alla riduzione degli spostamenti in auto”.
Presenziava all'evento anche il Consigliere regionale Angela Motta che ha precisato:
“L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Consiglio regionale che ne condivide l’impianto e che proprio mercoledì scorso ha dato avvio alla discussione nella Commissione Servizi Sociali della proposta di legge n° 41 “Promozione di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti”, di cui è prima firmataria, “augurandosi che al più presto la lotta allo spreco diventi legge regionale”.
Assistiamo giornalmente al fenomeno della globalizzazione anche e soprattutto sotto il punto di vista informatico. Tutto viene spostato sulla "nuvola" di Internet mentre noi continuiamo a patire il nostro provincialismo anche in queste cose: guadiamo al nostro orticello mentre il mondo guarda al mondo. Sono infatti già disponibili GRATUITAMENTE molte altre App simili ad "Apriamo Gli Occhi" con i vantaggi di essere ad uno stadio avanzato di sviluppo e utilizzo, di avere molti più utenti, di implementare più funzionalità, ecc...
Siqura,
Noruba,
Shelly,
Sos alarm house sono solo alcuni esempi di applicazioni per smartphone gratuite e simili, se non migliori, ad "Apriamo Gli Occhi".
Un'attenzione particolare merita poi il discorso dell'assenza di pubblicità in "Apriamo Gli Occhi": non è riportata da nessuna parte, neppure nelle condizioni contrattuali, l’eplicita assenza futura di pubblicità in questa App che ricordiamo essere di esclusiva proprietà di LMSC S.r.l.
Anzi è previsto, nei termini accettati dall'utilizzatore all'atto dell'iscrizione, che l'utente abbia il diritto di opporsi, in tutto o in parte, al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale o per sondaggi di opinione.
Perplessità circa le finalità perseguite
Non si capisce se l'App è finalizzata a incrementare la sicurezza pubblica o il decoro urbano. Nel primo caso dovrebbe essere il Comune a commissionare direttamente ad una società la realizzazione, senza passare da ASP che non ci risulta avere tra le mission aziendali la sicurezza. Per il secondo caso, cioè per il decoro urbano, avrebbe un senso il coinvolgimento dell'ASP. Peccato che il Comune di Asti sia già dotato di una App GRATUITA per questo scopo avendo aderito al portale
www.decorourbano.org.
Insomma: poche idee e ben confuse.
A dimostrazione di ciò vi sono le dichiarazioni stampa e le risposte degli interessati alle interpellanze dei Consiglieri: l'AD di ASP Golzio dichiara in una risposta ad una interpellanza:
"ASP ha investito nell'iniziativa poichè anche una riduzione minima dei costi di mantenimento del decoro urbano (nel pef 2016 il costo dello spazzamento e lavaggio è di 2.423.924) ripagano l'investimento di 11.500. L'obbiettivo infatti è che lo sviluppo della APP sul territorio induca comportamenti virtuosi ai cittadini in modo da "prevenire" fenomeni di maleducazione". Ma coi giornali è più vago:
“Grazie a questo strumento tecnologico riusciremo a cogliere in tempo reale il gesto illecito, per cui chi compie l’atto improprio si sentirà l’attenzione della cittadinanza”
Peccato che l'App "Apriamo Gli Occhi" non preveda notifiche in "tempo reale" poiché priva di avvertimenti push: se il nostro vicino di casa segnala un tentativo di furto nella sua abitazione e non abbiamo l'App aperta davanti agli occhi non è previsto un sistema di avviso con un allarme emesso dallo Smartphone.
Lo sviluppatore dell'App ci spiega un utilizzo leggermente differente:
"l’app servirà a segnalare situazioni sospette ai propri vicini: ogni utente avrà un user name e password, che saranno ottenute tramite registrazione con un documento di identità. Ogni utente programmerà l’area di riferimento entro la quale ricevere la segnalazione. Ogni utente, ovviamente potrà inserire una segnalazione che sarà letta dai vicini". Peccato, appunto, che non si ricevano notifiche delle nuove segnalazioni e il cittadino, per leggerle, debba stare perennemente davanti all'App aperta sul proprio smartphone.
Perplessità sulla gestione dei costi
Anche la gestione dei costi è lacunosa e ad oggi tutt'altro che chiara e definita:
una prima risposta ad un'interpellanza indicava un costo di acquisto una tantum di 11.550 euro + IVA con due fasi di sviluppo già fatturate (4.620 + 3.465 euro + IVA). Immediatamente dopo, accortisi che un'App necessita "incredibilmente" di costi di assistenza, manutenzione, aggiornamento, ecc... è avvenuto il passaggio al pagamento di un canone di assistenza quadriennale di 9.750 euro + IVA.
Ma il bello deve ancora venire: il Comune di Asti ha affidato ad ASP la fornitura di un servizio per la sicurezza e il decoro urbano, ASP commissiona allora a LMSC S.r.l. lo sviluppo di un App per implementare e offrire tale servizio e gli corrisponde per questo un canone quadriennale di 9.750 euro + IVA. Si presuppone che il canone annuale copra i costi dell'intero servizio "chiavi in mano" e che comunque ogni altra eventuale spesa per la fornitura dello stesso sia a carico di ASP... Invece la
Determina Dirigenziale n°1823 del 15/10/2015 (poi rettificata dalla n°1923 del 28/10/2015) dispone l'acquisto del server necessario al funzionamento dell'App "Apriamo gli Occhi" pagato dal Comune di Asti! (936,36 euro annui). Questo avvalora l'ipotesi che lo sviluppo dell'App interessi esclusivamente al Comune che avrebbe dovuto assegnare la sua realizzazione tramite un bando!
Perplessità sul destino futuro
L'amministrazione dichiarava alla stampa il 25 marzo 2016: "A chi se non fai niente dice che non va bene e se fai qualcosa dice che non va bene lo stesso, diciamo che non ci fermeremo a promuovere l'App così come è stata realizzata, ma andremo oltre: siamo infatti interessati a studiare, dal punto di vista sociale, l'impatto e lo sviluppo dell'applicazione sulla comunità locale. A questo proposito proporremo presto all'università astigiana di partecipare attivamente al l'iniziativa". Ci domandiamo preoccupati, a diversi mesi di distanza, quali siano gli sviluppi previsti per questa App che attualmente implementa scarse funzionalità e se l'università sia poi stata coinvolta così come dichiarato. Lo abbiamo chiesto senza esito durante la discussione in aula dell'
interpellanza che abbiamo presentato.
Suggerimenti per l'Amministrazione
A chi si ostina a ripetere il mantra del "voi siete quelli brontoloni, quelli del no a tutto" noi rispondiamo con proposte costruttive di miglioramento del servizio, considerato che oramai l'Amministrazione lo ha pagato con soldi pubblici di tutti i cittadini:
- Imprescindibile l'implementazione della funzionalità push: l'allerta in tempo reale con un trillo dello smartphone se un utente compreso nel raggio di azione sorvegliato effettua una segnalazione di pericolo
- Eliminazione dall'App del tasto di chiamata delle forze dell'ordine sbandierato come epocale innovazione: lo smartphone è un telefono e tutti sanno fare una chiamata al 112 senza necessità dell'App che può generare falsi allarmi
- Verifica delle segnalazioni da parte degli utenti: quelle ritenute inaffidabili possono essere inoltrare allo staff che si occuperà di verificarle bloccando eventuali abusi o utenti indisciplinati
- Implementazione della logica del rating: ciascun utente riceve una sorta di punteggio in base al modo e alla frequenza in cui utilizza l'applicazione: la sua affidabilità sarà legata al numero di segnalazioni effettuate, ai commenti, agli accessi, ecc...
- Possibilità di allegare foto
- Possibilità di monitorare altri luoghi oltre all'unico inseribile: l'utente potrebbe per esempio voler monitorare ciò che avviene attorno la sua azienda ubicata in città, oltre che la sua abitazione
- Implementazione di un vero supporto agli utenti: nell’App non è contenuta maniera evidente di ricevere assistenza. Una App acquistata in modalità service deve prevedere assistenza agli utenti.
Lo smartphone e le App avvicinano chi è lontano ma allontanano chi è vicino: in merito al discorso sicurezza crediamo che molti fenomeni sociologici contingenti affondino le radici nell'isolamento sociale, nella solitudine, nel distacco dalle istituzioni e dal prossimo. Crediamo quindi che l'introduzione nell'App della possibilità ulteriore di offrire ai propri vicini un favore, una gentilezza, una cortesia, sarebbe un bel segnale per la Citta: una sorta di mutuo soccorso embrionale. Del resto, da che mondo è mondo, tra vicini ci si aiuta.
Il Gruppo consiliare #unitisipuò
Clemente Elis Aceto
Anna Bosia
Massimo Scognamiglio