giovedì 9 giugno 2016

La frase più pericolosa in assoluto è "abbiamo sempre fatto così"

La Stampa del 09-06-2016
Prendo atto delle risposte dell'Amministrazione. Poche e poco esaustive, per la verità, rispetto ai 10 precisi quesiti posti con la mia interpellanza. Mi preme aggiungere alcune considerazioni a seguito della risposta: 1) ritengo opportuno che Sindaco e Presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari si parlino finalmente in veste ufficiale per chiarire le rispettive posizioni, proprio come il regolamento del Palio prevede debba obbligatoriamente avvenire 2) ribadisco al Sindaco la necessità, nella sua scelta, di supportare gli sforzi del nuovo direttivo dell'Ordine dei Medici Veterinari per il ripristino del suo corretto funzionamento. Direttivo seguìto, lo ricordiamo, al primo commissariamento di un Ordine dei Medici Veterinari in assoluto in tutta Italia ad opera del Ministero della Salute 3) la Commissione veterinaria del Palio, poichè organo meramente TECNICO, può essere variata in tutta tranquillità senza che la manifestazione risenta di alcun disagio. Considerato che si cambiano attori quali Capitano, Mossiere e Presidente della Commissione Tecnica, mi domando se non sia opportuna una vera ulteriore rottamazione 4) approfondirò la questione del regolamento veterinario non votato dal Consiglio del Palio perchè, a intuito, qualcosa non torna 5) a parte la crescente sensibilità al benessere animale e alle criticità legate all'immagine della Città veicolata attraverso gli accadimenti durante la Corsa del Palio, la necessità di una revisione del regolamento veterinario è avvalorata dai recenti sviluppi degli avvenimenti del 2014 (21 indagati e la contestazione di «Maltrattamento di animali mediante sostanze dopanti»)

lunedì 30 maggio 2016

Un "buco in Piazza Alfieri" o l'ennesimo "buco nell'acqua"?


Asti Possibile, partito che fa capo all'Onorevole Pippo Civati, esprime la propria preoccupazione per il serio rischio che Asti perda una ennesima e interessante opportunità: si tratta di un progetto che individua nella nostra città, più precisamente nei locali dell'Enofila, la sede adatta alla collocazione della base logistica permanente per il Basso Piemonte di una consistente iniziativa finalizzata alla produzione cinematografica italiana e internazionale.

Riteniamo che un progetto di questo tipo rispetti tutti i requisiti necessari alla richiesta di fondi europei e abbia ottime probabilità di essere approvato. Per questo sarebbe necessario procedere quanto prima a sottoporre l'iniziativa progettuale all'Assessore Regionale competente e a Film Commission Piemonte, la Fondazione che ha come scopo la promozione della Regione Piemonte come location e luogo di lavoro d’eccellenza per la produzione cinematografica e televisiva.

Si pensi alle innumerevoli ricadute positive di un simile insediamento cittadino: il pieno riutilizzo di un edificio di difficile riconversione, i nuovi posti di lavoro degli addetti e il relativo indotto. Comporterebbe l'evoluzione in applicazioni di alte tecnologie specialistiche in loco, la creazione di archivi fotografici, attualmente inesistenti, del nostro patrimonio naturalistico e paesaggistico, dei nostri beni artistici e architettonici, ecc...

L'Amministrazione di Asti, ad oggi, ha aderito solamente a parole a tale ipotesi; ipotesi che convoglierebbe sul nostro territorio circa 8 milioni di euro di finanziamenti prevalentemente europei e  regionali, a fronte di una propria compartecipazione del solo 16% circa. Seri professionisti competenti hanno curato l'elaborazione tecnica del progetto che è già stata effettuata, ma giace inutilizzata nei cassetti ormai da troppi mesi e finirà con l'essere sprecata per l'inerzia del Comune, che sembrerebbe non più interessato a concretizzare l'iniziativa.

Dopo una lunga serie di occasioni perse o non sfruttate a dovere, di cui le più clamorose e recenti sono state le Olimpiadi invernali di Torino e l'Expo di Milano, molto perplessi e contrariati ci chiediamo perché mai non cogliere la possibilità di questo prezioso investimento che vede alla base un'idea diversa e nuova di città, nonché di moderno e alternativo sviluppo economico locale. Non cogliere questa opportunità, più che un "buco in Piazza Alfieri", rischia di farci fare l'ennesimo "buco nell'acqua".

Asti Possibile
I Portavoce Caterina Federico e Luigi Sposato
Il Consigliere comunale Clemente Elis Aceto

venerdì 27 maggio 2016

Dove non arriva la politica interviene la piccola imprenditoria


Ieri sera in Consiglio comunale abbiamo approvato un piano di recupero di un tratto di Corso Alessandria. Al posto di case disabitate e fatiscenti, accanto al distributore fronte Cinelandia, sarà realizzato un punto di somministrazione della catena "Old Wild West".

Non sono ideologicamente contrario a interventi di questo tipo e ho votato a favore anche se la pratica non mi entusiasmava: ho cercato di guardare ai lati positivi dell'intervento come al recupero di una zona degradata, ai posti lavoro che si potrebbero creare (ammesso che non se ne perdano altrove), al nuovo parcheggio "di sfogo" nei momenti di affollamento del multisala antistante, agli investimenti sul territorio come nuova linfa vitale (anche se magari per pochi), ecc…

Ciò nonostante ho tentato di impegnare il Consiglio comunale nel seguente ragionamento.

Ci occupiamo di produzione locale, tipicità e specificità locali a targhe alterne: solo quando comportano la realizzazione di Disneyland del cibo e del cemento come accade per esempio per l’Agrivillage.
Quando si tratta di trovare impiego per una zona degradata di ingresso alla città, che potrebbe essere vetrina di questa tipologia di prodotti, allora rinunciamo a far politica e accettiamo tutto ciò che l’imprenditoria ci cala dall’alto, in nome dell’occupazione e dello sviluppo locale imposto, alla stregua di un “ce lo chiede l’Europa" locale.

Voi mi direte che non ci possiamo fare nulla, che è l’imprenditore a proporre dove, quanto e come investire. Io vi rispondo che è la politica a dover tentare di indirizzare anche lo sviluppo imprenditoriale di una città.

A me personalmente piacerebbe fosse avvenuto, da parte dell'Amministrazione, almeno il tentativo di condizionare un nuovo (aggiuntivo) insediamento di somministrazione in maniera tale che sottendesse un'idea nuova e diversa sia di città che di sviluppo imprenditoriale.
Durante la trattazione della pratica in Commissione urbanistica e ieri sera in Consiglio comunale questo non è risultato e per questo esprimo il mio profondo rammarico.

Fortunatamente dove non arriva la politica, più propensa a volgere attenzioni verso investitori di un certo rango, interviene la piccola-piccolissima imprenditoria, troppo spesso anche vessata, ma vera spina dorsale del nostro Paese.

Volete un esempio (almeno nelle intenzioni)? Eccolo.

lunedì 18 aprile 2016

Un Paese rassegnato al #ciaone


Sono davvero preoccupato: l'esito della consultazione referendaria in termini di votanti, unito alle impressioni che mi sono fatto durante i banchetti di divulgazione delle ragioni del SI, disegnano una città e un Paese rassegnati al punto da non considerare neppure più utile esprimere la propria opinione e mi domando cosa accadrà quando la percentuale dei votanti a consultazioni politiche scenderà ben sotto il 50%.

Ulteriore inquietudine genera in me la derisione, persino da parte di alcuni rappresentanti dei cittadini, degli elettori che si sono recati a votare adempiendo a un loro diritto e un loro dovere sancito dalla Costituzione.

Trovo che il livello politico di discussione sia troppo basso, quasi rasentante il tifo da stadio. Questo è un pericolo, a mio giudizio, per la democrazia.

Bisogna tentare di riavvicinare i cittadini alle istituzioni e agli strumenti di democrazia, tentare di ricreare in loro l'interesse verso la gestione della cosa pubblica altrimenti le istituzioni attueranno inevitabilmente scelte che non rappresentano i cittadini.

martedì 15 marzo 2016

la Carta d'Identità per donarsi al prossimo


Nella seduta del Consiglio Comunale del 2 marzo 2016, il Consigliere comunale Clemente Elis Aceto, esponente astigiano del partito POSSIBILE, ha presentato un ordine del giorno che impegna l'Amministrazione di Asti ad aderire al progetto “Carta d'identità-Donazione Organi” legge n. 98 del 09/08/2013 e a darne concreta attuazione.

In base a questa disposizione normativa alcune città, tra cui le piemontesi Torino e Settimo Torinese tra le prime, predispongono i Servizi Demografici a ricevere dai cittadini il consenso alla donazione di organi in caso di morte e a farlo comparire, per chi lo desidera, sul proprio documento d'identità. All'espressione di tale consenso conseguirebbe l'inserimento automatico nella relativa anagrafe nazionale del S.I.T., Sistema Informativo Trapianti.

In Italia, specialmente nella nostra regione (Centro Trapianti della Città della Salute di Torino), si è raggiunto un ottimo livello sia in termini di quantità d'interventi che di qualità dei risultati e della sicurezza. La criticità principale rimane la disponibilità di organi utilizzabili.

Tale dichiarazione di volontà, al momento del rilascio o del rinnovo della Carta d'Identità, rappresenterebbe un gesto di generosità, di civiltà e di alto valore sociale, utile ad incrementare il numero dei soggetti potenziali donatori.

Auspichiamo quindi che tutte le forze cittadine, indipendentemente dal colore politico, sostengano congiuntamente una tempestiva calendarizzazione della discussione e approvazione dell'o.d.g. presentato.

Clicca qui per visualizzare l'o.d.g. depositato