mercoledì 28 dicembre 2016

Uomini sull'orlo di una crisi di nervi


Noam Chomsky è un famoso teorico della comunicazione e professore emerito di linguistica al Massachusetts Institute of Technology. Ha teorizzato la celebre "distrazione di massa": la manipolazione sociale consistente nel distogliere l’attenzione dello spettatore dai temi che toccano in modo importante la sua vita. Parte di questa teoria spiega come utilizzare l'emozione nella comunicazione, piuttosto che l'aspetto razionale, al fine di generare un corto circuito dell'individuo e aprire la porta dell'inconscio per instillare paure e timori infondati. Un'altra parte della stessa teoria, denominata “problema-reazione-soluzione”, spiega come sia possibile creare un problema, una “situazione” prevista, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure o delle ragioni che si desiderano far accettare.

Spiace constatare come, nelle uscite di fine anno e di fine mandato di questa Amministrazione, pare siano state grossolanamente applicate proprio queste teorie. Da che mondo è mondo, le minoranze formulano quesiti, pongono questioni e comunicano pubblicamente pareri ed opinioni sulle scelte politiche delle maggioranze. Se queste rimangono convinte del loro operato continuano a sostenere le proprie scelte (vedi teleriscaldamento) senza indugiare o presentare dimissioni (vedi Astimusica). Sono le regole, l'ABC della democrazia, evidentemente mal sopportate da chi gli preferisce il pensiero unico dominante. Capita allora di assistere alla saga dell'incomprensibile: assessori che, a fronte di obiezioni politiche, si dimettono dai ruoli tecnici mantenendo quelli politici, sindaci che montano casi là dove non esistono adducendo la "reazione della gente" per darsi ragione ma guardandosi bene dal rispondere nel merito delle obiezioni, partiti che tentano immediatamente di cavalcare l'emotività popolare per sostenere battaglie chiaramente artefatte anziché tentare di capire cosa sia realmente accaduto.

Si tratta degli ultimi fuochi d'artificio di un'Amministrazione sull'orlo di una crisi di nervi che, anziché occuparsi dei reali problemi dei cittadini, si adopera a tenerli col naso all'insù per nascondere la desolazione sottostante, fatta di 5 anni di propaganda e scelte politiche sbagliate. Ma guai a chi le evidenzia.

Il Consigliere di Minoranza
Clemente Elis Aceto

lunedì 19 dicembre 2016

Caro Sindaco, tra un po' verrà Babbo Natale


Caro Sindaco,

in merito alla tua risposta al comunicato stampa della Minoranza consiliare, leggibile qui, ti faccio sommessamente notare che:
  1. Tu dici: "Non è vero che viene leso il "diritto al riposo" dei consiglieri, in quanto quel giorno tutti gli uffici e tutte le attività lavorative funzionano regolarmente".
    Io dico che i cittadini hanno perfettamente compreso che non ponevamo questioni riguardanti il nostro "diritto al riposo" leso, ma al fatto che, come tu stesso affermi, "tutte le attività lavorative funzionano regolarmente" e la stragrande maggioranza dei Consiglieri, lavorando, non è detto possa presenziare a una commissione convocata alle 15.30 di giovedì, così come non possono agevolmente farlo i cittadini che, per fortuna, lavorano e normalmente prendono parte alle commissioni consiliari.
  2. Tu dici: "La minoranza trova sempre un pretesto per dire no a tutto"
    Io dico che questa è la solita "retorica del no" volta a screditare chiunque canti fuori dal coro esprimendo posizioni differenti al mainstream dell'Amministrazione. A volte saper dire di no è un pregio, non un difetto, soprattutto se lo si fa verso un’opera nata senza strategia, senza coinvolgimento, senza trasparenza, senza una sana concorrenza di progetti.
  3. Tu dici: "in questi giorni ha persino votato contro il bilancio comunale mettendo a rischio i nuovi fondi per le scuole (2.900.000 euro), per le frazioni (900 mila euro), per le telecamere (600 mila euro), per le periferie (7 milioni di euro) e la riduzione della tassa rifiuti."
    Io dico che tentare di utilizzare lo stesso stratagemma lessicale che ha utilizzato Renzi per la riforma costituzionale, ipotizzando una certa credulità dei cittadini,  non rende onore alla tua intelligenza: è ovvio che nel calderone del Bilancio previsionale 2017 ci siano pochissimi provvedimenti ritenuti positivi anche dalla Minoranza, ma è papparsi tutta la minestra zeppa di scelte che non condividiamo che non ci piace e per questo abbiamo votato contro.
  4. Tu dici: "progetto -quello del teleriscaldamento- che migliora l'ambiente in tutta la città e soprattutto nella zona dell'ospedale"
    Io dico che bisognerebbe spiegare ai cittadini su quali studi tecnici basi le tue asserzioni. Dal momento che risulta che mai siano stati acquisiti, da te o dagli uffici tecnici del Comune, pareri indipendenti ed obiettivi. La tua base di giudizio si fonda per caso sui dati di parte del progetto depositato da ASP/AEC/IREN? ARPA, in conferenza dei servizi, dichiara che permangono carenze documentali quali i dati ed i calcoli a supporto dei valori delle emissioni". Come dire che si tratta di semplici promesse non documentate di riduzione dell'inquinamento.
  5. Tu dici: "garantisce risparmi all'Asl"
    Io dico che tale promessa si basa sull'ipotesi dell'allaccio dell'ASL mai confermato, neppure ultimamente. E nel caso non si allaccino neppure i 500 condomini sperati, il risultato sarebbe addirittura di un doppio inquinamento.
  6. Tu dici: "Abbiamo scelto di convocare la commissione alle 15,30 anziché alle 18 per dare più tempo a tutti di intervenire e speriamo che siano molti i cittadini presenti, per approfondire il merito del progetto"
    Io dico che tra un po' verrà Babbo Natale con la slitta e le renne.
Il Consigliere comunale
Clemente Elis Aceto

sabato 17 dicembre 2016

Le mani sulla città


Giovedì 22 dicembre alle ore 15.30 il Presidente del Consiglio comunale ha convocato le commissioni comunali congiunte nella sala consiliare di Palazzo civico per presentare la variante di PRGC per la localizzazione dell'impianto di teleriscaldamento nell'area dell'ospedale Cardinal Massaia.

Si tratta di un inaccettabile atto di arroganza che, considerata la data e l'ora di convocazione, non tiene conto della delicatezza dell'argomento perché non consente la massima partecipazione di Consiglieri e cittadini. Una mancanza altresì di rispetto nei riguardi dell'intero Consiglio comunale e dei cittadini che partecipano alle commissioni, oltre a denotare assenza di democrazia. Questo atto d'imperio dimostra tutta la debolezza dell'Amministrazione che, con ogni mezzo, tenta di evitare il dialogo e il confronto con i cittadini.

Dopo 4 anni di immobilismo e di ripetuti fallimenti amministrativi e decisionali (presidenza della Provincia, poltrone CRAT, ecc..) il Sindaco vuole compromettere definitivamente il futuro della città consegnando per 30 anni le chiavi del teleriscaldamento ad ASP ed AEC che lo vogliono realizzare nell'area dell'ospedale.

Nonostante tutto, noi ci saremo per dare battaglia e invitiamo tutta la popolazione a partecipare alla riunione delle commissioni. Chiederemo inoltre la convocazione urgente di un Consiglio comunale aperto su questa pratica.

Tutta la Minoranza consiliare
Aceto, Bosia, Coppo, Ferrero, Galvagno,
Garrone, Giargia, Imerito F., Imerito G., Lattanzio,
Quaglia, Scognamiglio, Serpa, Vespa

venerdì 9 dicembre 2016

Astimusica: per il Comune solo più gli oneri e nessun onore


La rassegna musicale “Astimusica” che il Comune di Asti continua ad organizzare avvalendosi di ASP S.p.A., resta un momento culturale e di promozione per la nostra città molto apprezzato dai cittadini. La manifestazione merita senza dubbio di essere ulteriormente valorizzata e migliorata, anche con il contributo dei privati.

Tuttavia riscontriamo un problema gestionale che si va a mescolare al marasma generale della scarsa chiarezza e trasparenza che caratterizza i rapporti tra Comune e la partecipata ASP.
Infatti non si capisce perché il Comune non si avvalga di gara pubblica per l’affidamento di questo servizio alla Città, così come prevede il Codice dei Contratti, ma si rivolga liberamente ad ASP per questo ed altri servizi che non sarebbero di sua competenza e che la legge non prevede. Per sostenere l’organizzazione e lo svolgimento di “Astimusica”, il Comune eroga contributi economici ad ASP, l'ultimo dei quali è del 6 dicembre 2016 e ripiana ad ASP i mancati introiti per la scarsa risposta, in termini di pubblico, all'esibizione di Vinicio Capossela. Sulle delibere di Giunta viene citata una convenzione che parrebbe addirittura inesistente.

Alla fine il Comune eroga contributi, cede la competenza delle sponsorizzazioni, l'utilizzo del marchio, del servizio di biglietteria e del suolo pubblico, oltre al supporto della direzione tecnica e della direzione artistica a titolo gratuito. Quest’ultima, svolta dall'Assessore alla cultura, contribuisce inoltre a rendere ancor meno netti i confini pubblico-privato. Come se tutto ciò non bastasse, ecco che sotto l’albero di Natale di ASP compare la delibera di Giunta per l'integrazione del contributo pubblico volto a ripianare le perdite. A questo punto non sarebbe stato meglio continuare ad organizzare la manifestazione in proprio? Socializzando le perdite e capitalizzando i ricavi saremmo tutti capaci a fare gli imprenditori. Il Comune di Asti non dovrebbe assecondare tale tipo di comportamento poco virtuoso delle proprie partecipate perché tende a non responsabilizzarle in merito alle scelte intraprese.

Abbiamo presentato un'interpellanza per avere dal Sindaco risposte che facciano un po’ di chiarezza su questa commistione pubblico-privato che favorisce esclusivamente il privato, oltre a generare aloni di scarsa trasparenza o addirittura conflitto di interesse.

I Consiglieri comunali
Clemente Elis Aceto
Anna Bosia

mercoledì 7 dicembre 2016

L'Amministrazione dà i numeri


Il Consiglio comunale di Asti è composto da 32 Consiglieri. L'attuale regolamento per il funzionamento degli organi collegiali stabilisce un numero di Consiglieri pari a metà dell'assemblea, cioè 16, affinché le sedute di Consiglio siano ritenute valide. La legge stabilisce che siano i comuni ad auto-regolamentarsi stabilendo il proprio numero legale ma, in tutti i casi, questo non potrà essere inferiore a 1/3 dell'intera assemblea: 11 nel caso di Asti. 

Dopo un tentativo già effettuato ad inizio mandato, durante la Conferenza dei Capigruppo svoltasi il 23 novembre 2016, è stata effettuata una sommaria analisi della proposta di diminuzione del numero legale necessario per lo svolgimento delle sedute del principale organo politico-decisionale cittadino, espressione del voto popolare. In quell'occasione, il Gruppo consiliare #unitisipuò espresse già netta contrarietà. Nel pomeriggio di oggi, 06 dicembre 2016, è stata recapitata ai Capogruppo una bozza di delibera e modifica del regolamento finalizzata alla riduzione del numero legale da 16 a 13.

Non possiamo che essere contrari a una riduzione di questo tipo per svariate ragioni fra cui:
  1. Nel tempo il Consiglio comunale e i Consiglieri sono stati esautorati per legge e si ritrovano sempre più spesso a ratificare decisioni necessarie o prese altrove. Togliere ai Consiglieri persino la possibilità di contare numericamente vorrebbe dire annullare definitivamente la loro funzione svilendo il loro lavoro.
  2. La Minoranza, in quanto tale, è da sempre meno influente per le decisioni fondamentali ed ha storicamente utilizzato proprio i suoi numeri per tentare di farsi ascoltare. Rendere ancor più ininfluenti i suoi numeri vuol dire annichilirla per sempre alla faccia del rispetto della pluralità di idee.
  3. Un numero legale alto "costringe" i Consiglieri, in maniera positiva, alla partecipazione ai lavori consiliari. Trattandosi dei rappresentanti dei cittadini, sarebbe quindi auspicabile incentivare e non disincentivare la loro presenza in aula.
  4. Troviamo una stortura democratica il fatto che le sorti di una città di 73.000 abitanti possano essere controllate e decise da 13 persone. I regolamenti devono essere pensati per valere anche nelle situazioni limite: in caso di presenza in aula di soli 13 consiglieri, alla Maggioranza basterebbero 7 Consiglieri per approvare le delibere.
  5. In virtù della possibilità di "giocare" sulle presenze dei Consiglieri, con margini di azione più ampi, si rischierebbe di fomentare accordi tra forze politiche basati sulle assenze in aula anziché sul merito dei provvedimenti.
  6. Un numero legale più alto costringe a una migliore selezione dei futuri candidati consiglieri e al contenimento del numero delle liste presentate alle amministrative, riducendo così la possibilità che insorgano fenomeni di ricattabilità dell'Amministrazione.
  7. La discussione di un provvedimento con un maggior numero di Consiglieri in aula favorirà certamente una maggiore qualità della deliberazione finale. 
  8. Il risultato del recente referendum costituzionale, in termini di volontà di partecipazione, suggerirebbe di non ridurre la presenza dei cittadini, attraverso i propri rappresentanti, nei processi decisionali.
Per queste e molte altre ragioni chiediamo all'Amministrazione di ritirare dal tavolo di discussione qualsiasi provvedimento disincentivi la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini.

Il Gruppo consiliare #unitisipuò
Clemente Elis Aceto
Anna Bosia
Massimo Scognamiglio