mercoledì 7 dicembre 2016

L'Amministrazione dà i numeri


Il Consiglio comunale di Asti è composto da 32 Consiglieri. L'attuale regolamento per il funzionamento degli organi collegiali stabilisce un numero di Consiglieri pari a metà dell'assemblea, cioè 16, affinché le sedute di Consiglio siano ritenute valide. La legge stabilisce che siano i comuni ad auto-regolamentarsi stabilendo il proprio numero legale ma, in tutti i casi, questo non potrà essere inferiore a 1/3 dell'intera assemblea: 11 nel caso di Asti. 

Dopo un tentativo già effettuato ad inizio mandato, durante la Conferenza dei Capigruppo svoltasi il 23 novembre 2016, è stata effettuata una sommaria analisi della proposta di diminuzione del numero legale necessario per lo svolgimento delle sedute del principale organo politico-decisionale cittadino, espressione del voto popolare. In quell'occasione, il Gruppo consiliare #unitisipuò espresse già netta contrarietà. Nel pomeriggio di oggi, 06 dicembre 2016, è stata recapitata ai Capogruppo una bozza di delibera e modifica del regolamento finalizzata alla riduzione del numero legale da 16 a 13.

Non possiamo che essere contrari a una riduzione di questo tipo per svariate ragioni fra cui:
  1. Nel tempo il Consiglio comunale e i Consiglieri sono stati esautorati per legge e si ritrovano sempre più spesso a ratificare decisioni necessarie o prese altrove. Togliere ai Consiglieri persino la possibilità di contare numericamente vorrebbe dire annullare definitivamente la loro funzione svilendo il loro lavoro.
  2. La Minoranza, in quanto tale, è da sempre meno influente per le decisioni fondamentali ed ha storicamente utilizzato proprio i suoi numeri per tentare di farsi ascoltare. Rendere ancor più ininfluenti i suoi numeri vuol dire annichilirla per sempre alla faccia del rispetto della pluralità di idee.
  3. Un numero legale alto "costringe" i Consiglieri, in maniera positiva, alla partecipazione ai lavori consiliari. Trattandosi dei rappresentanti dei cittadini, sarebbe quindi auspicabile incentivare e non disincentivare la loro presenza in aula.
  4. Troviamo una stortura democratica il fatto che le sorti di una città di 73.000 abitanti possano essere controllate e decise da 13 persone. I regolamenti devono essere pensati per valere anche nelle situazioni limite: in caso di presenza in aula di soli 13 consiglieri, alla Maggioranza basterebbero 7 Consiglieri per approvare le delibere.
  5. In virtù della possibilità di "giocare" sulle presenze dei Consiglieri, con margini di azione più ampi, si rischierebbe di fomentare accordi tra forze politiche basati sulle assenze in aula anziché sul merito dei provvedimenti.
  6. Un numero legale più alto costringe a una migliore selezione dei futuri candidati consiglieri e al contenimento del numero delle liste presentate alle amministrative, riducendo così la possibilità che insorgano fenomeni di ricattabilità dell'Amministrazione.
  7. La discussione di un provvedimento con un maggior numero di Consiglieri in aula favorirà certamente una maggiore qualità della deliberazione finale. 
  8. Il risultato del recente referendum costituzionale, in termini di volontà di partecipazione, suggerirebbe di non ridurre la presenza dei cittadini, attraverso i propri rappresentanti, nei processi decisionali.
Per queste e molte altre ragioni chiediamo all'Amministrazione di ritirare dal tavolo di discussione qualsiasi provvedimento disincentivi la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini.

Il Gruppo consiliare #unitisipuò
Clemente Elis Aceto
Anna Bosia
Massimo Scognamiglio

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