venerdì 9 settembre 2016

Riduzione tassa rifiuti: la verità è in fondo a destra


L'Amministrazione e il Sindaco di Asti si premurano di informarci a mezzo stampa qui, qui e qui che Gaia, la partecipata del Comune di Asti destinata al trattamento dei rifiuti, ci ha consegnato un utile di 300 mila euro che non sono stati utilizzati per abbassare le tariffe dei rifiuti ai cittadini per via del pagamento di una causa persa risalente al 1992.

In particolare si afferma: «Ad Asti sono arrivati 300 mila euro che non abbiamo potuto usare per ridurre le bollette dei rifiuti come speravamo, perché abbiamo dovuto usarli per pagare un vecchio debito lasciatoci in eredità dalle amministrazioni precedenti: 650 mila euro per una causa del 1992, per cui nessuno in 24 anni aveva pensato di accantonare i fondi necessari».

Peccato che una Delibera di Giunta di 4 anni fa, la n°285 del 2012 firmata dall'attuale Sindaco e consultabile qui, ci racconti un'altra verità: ci dice che l'Amministrazione era a conoscenza di quella causa da tempo, tanto da approvare la costituzione in giudizio del Comune avanti la Corte Suprema di Cassazione. Ci dice anche che la stessa Giunta decise scientificamente di non accantonare nulla per far fronte alla possibile soccombenza del nostro Comune in quella stessa causa.

Ha ragione l'Amministrazione quando afferma che "nessuno in 24 anni aveva pensato di accantonare i fondi necessari", ma in quel "nessuno" è compresa anche l'attuale Giunta che ora non ha utilizzato gli utili Gaia per abbassare la tariffa rifiuti ai cittadini. Credete ancora che Roma possa portarci la sua immondizia nel breve termine?

Preoccupati dall'unica visione futura sui rifiuti di questa Amministrazione che ragiona con l'equazione "più ne accolgo=più guadagno", abbiamo presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno propositivo di indirizzo (consultabile qui) volto a considerare politiche di incremento della raccolta differenziata e di incentivo a un'economia circolare. La Maggioranza ha bocciato la proposta in maniera compatta. Siete ancora sicuri che amministrino per il vostro bene e per quello delle generazioni che verranno?

Il Consigliere comunale
Clemente Elis Aceto

Massimo Scognamiglio

lunedì 15 agosto 2016

Tre indizi sull'immondizia romana fanno una prova sulla disponibilità astigiana

Una palla di immondizia
Il Sindaco di Roma Virginia Raggi sta assistendo allo sprofondamento della sua città nell'immondizia mentre tutti, persino della stessa parte politica, le rifiutano un aiuto per risolvere la crisi. Improvvisamente e in controtendenza, l'amministrazione astigiana a trazione Pd offre generosamente i suoi impianti capaci in passato di aiutare Napoli ed oggi già impegnati con la città di Genova.

Sulla disponibilità dimostrata ci sorgono ben tre perplessità: una di natura tecnica, una di carattere politico e l'ultima riguardante la comunicazione.

Secondo il Catasto Rifiuti, il Comune di Roma, con i suoi quasi 3 milioni di abitanti e una produzione procapite di 388 kg annui di immondizia indifferenziata, produce annualmente 1,1 milioni di tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato

Dai dati della Regione Piemonte si evince che la provincia di Asti, con i suoi 219.000 abitanti e una produzione pro capite di 158 kg annui di immondizia indifferenziata, produce annualmente 34.700 tonnellate di rifiuto urbano indifferenziato, non tutto pretrattato dagli impianti astigiani.

Il solo Comune di Roma produce evidentemente una quantità di rifiuti ben superiore (32 volte!) a quella con cui ha normalmente a che fare l'intera Provincia di Asti.

Nel 2015 sono arrivati ad Asti i rifiuti indifferenziati da Genova e anche per il 2016 gli accordi interregionali hanno previsto di proseguire il servizio di trattamento di altre 16.000 tonnellate provenienti dal capoluogo ligure che vengono poi avviate allo smaltimento finale in discariche fuori provincia di Asti perchè la capacità ricettiva della discarica di Cerro Tanaro è quasi completamente esaurita.
Attualmente i rifiuti astigiani  e quelli liguri comportano la saturazione delle 44.000 t/anno di cui all'autorizzazione dell'impianto di Trattamento Maccanico Biologico. Non sarebbe quindi possibile far entrare negli impianti astigiani neppure un chilo dell'immondizia romana. Risulterebbe complicato anche ampliare la potenzialità dell'impianto considerato la difficoltà degli iter burocratici e degli studi di impatto ambientale, oltre a verificare che gli impianti abbiano una maggior capacità tecnica e logistica rispetto a quella attualmente autorizzata.

Ecco quindi la nostra perplessità di natura tecnica: come pensa il Sindaco di aiutare Roma con impianti già saturi con gli attuali livelli di trattamento dell'immondizia?

Politicamente ci domandiamo come si possa proporre una seppur lodevole ma improbabile collaborazione a un'altra città quando le segnalazioni di cittadini, giornalisti e Consiglieri comunali circa i rifiuti per le strade astigiane, che talvolta ricordano proprio quelli delle vie romane, suggerirebbero maggior attenzione in loco piuttosto che altrove, soprattutto per una città che si prefigge di diventare accogliente per i turisti.



Per quanto riguarda l'aspetto comunicativo poi, un'Amministrazione a trazione Pd che, in solitaria, diffonde notizia di un'offerta d'aiuto di questo tipo, persino in contrasto con la sua stessa dirigenza locale che sui social network continua a dileggiare il Sindaco di Roma in merito alla situazione rifiuti, ci insinua il dubbio che si possa semplicemente trattare di una trovata pubblicitaria spesa in prossimità dell'imminente scadenza di mandato.

I Consiglieri comunali
Clemente Elis Aceto
Massimo Scognamiglio

giovedì 11 agosto 2016

Il nostro diritto di voto e la nostra partecipazione non hanno prezzo


Secondo i tecnici della ragioneria dello Stato, i risparmi certi della riforma costituzionale ammonterebbero a 57,7 milioni di euro pari allo 0,0035% del PIL.

Un Governo derivante da una legge elettorale dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale con sentenza n.1/2014, quindi già per nulla rappresentativo degli italiani, stà tentando di utilizzare come specchietto per le allodole un risparmio da zerovirgola per diminuire ulteriormente la rappresentanza dei cittadini.

E' previsto infatti che il nuovo Senato, che non verrà abolito, non sia più espressione di tutti gli italiani ma eletto dai Consigli regionali che i cittadini hanno votato per fare tutt'altro. Dei nuovi 100 Senatori, 5 saranno nominati dal Presidente della Repubblica (che con l'Italicum diventerà espressione del Premier) e 95 scelti tra Sindaci e Consiglieri regionali che, tra le altre cose importanti di cui dovrebbero occuparsi e per cui sono stati eletti, andranno avanti e indietro da Roma con ulteriori rimborsi spese a carico della collettività.

Senza contare che proprio i Consiglieri regionali, la classe politica che più ha fatto discutere negli ultimi tempi per comportamenti poco ortodossi, potranno godere così dell'immunità parlamentare.

Non svendiamo il nostro diritto di contare per un pugno di spiccioli e a vantaggio dei soliti noti!

Il Consigliere comunale #unitisipuò
Clemente Elis Aceto

giovedì 4 agosto 2016

Se non rappresenteranno più i cittadini allora chi altro rappresenteranno?


I tre Consiglieri comunali di opposizione Anna Bosia, Massimo Scognamiglio e Clemente Elis Aceto, costituenti il maggior gruppo consiliare di minoranza denominato UnitiSiPuò (Uniti per Asti + Federazione della Sinistra + Possibile), hanno presentato una Mozione politica contraria alla pericolosa concentrazione di poteri nelle mani di pochi realizzata dalla combinazione della Riforma costituzionale e di quella elettorale.

La Riforma costituzionale “Renzi-Boschi”, approvata dal Parlamento il 12 aprile 2016, sarà sottoposta entro fine anno a consultazione popolare tramite referendum confermativo. Propagandando una riduzione dei Senatori e un’ipotetica riduzione dei costi della politica tutta da verificare, questa riforma NON abolisce il Senato e SOTTRAE ai cittadini la possibilità di votare i propri rappresentanti che saranno invece nominati dai partiti e potranno godere dell’immunità parlamentare.

La Riforma elettorale, soprannominata “Italicum” ed entrata in vigore lo scorso luglio, con i suoi capolista bloccati e un premio di maggioranza spropositato renderà di fatto nominati dai partiti la maggioranza dei parlamentari e regalerà a un Partito in minoranza nel Paese la maggioranza dei rappresentanti in Parlamento.

La Mozione mira a sottolineare queste e diverse altre pericolose storture democratiche contenute nelle due riforme e impegna il Sindaco e la Giunta comunale a far pervenire tale documento alla più alte cariche istituzionali a livello nazionale.

UnitiSiPuò sollecita inoltre l'intero Consiglio comunale, rappresentativo dell'intera città di Asti, a contrastare con decisione entrambe le riforme e invita tutta la cittadinanza a votare NO al prossimo referendum.

Il Gruppo consiliare UnitiSiPuò
Clemente Elis Aceto
Anna Bosia
Massimo Scognamiglio

venerdì 29 luglio 2016

Un bilancio senza 800.000 euro e il carrozzone AEC da giustificare


Il Consiglio comunale ha approvato l'assestamento di Bilancio 2016 e le variazioni  necessarie dopo il primo semestre di gestione. C'è però qualcosa che non va sui capitoli delle entrate: il canone di 400.000 euro dovuto da Asti Energia Calore per il 2015 e il 2016, 800.000 in tutto, non è entrato nelle casse del comune.

Sorge spontanea una domanda: che fine ha fatto il progetto di teleriscaldamento con centrale nell'area dell'ospedale, sparito dai titoli trionfalistici di Comune, ASP e AEC?  La risposta è semplice: tutta questa vicenda dall'iniziale delibera di Giunta di novembre 2014, fino all'attuale situazione che rinvia le decisioni al prossimo novembre 2016, è un concentrato di errori che un'amministrazione non dovrebbe mai fare.

E non serve sostenere che il progetto ha superato la prova della Conferenza dei Servizi per l'impatto ambientale, perchè il problema più profondo è quello giuridico amministrativo. E' evidente che si è partiti con estrema superficialità e senza sciogliere preventivamente tutti i nodi che potevano complicare l'iter di approvazione.

Ad oggi le cause ostative sono ancora lì: la variante al PRG non è adottata dal Consiglio Comunale e non è detto che tutti i consiglieri di maggioranza abbiano voglia di votarla. Inoltre la disponibilità dell'area da parte dell'ASL non c'è. Durante il Consiglio del 26 luglio 2016, il Sindaco finalmente l'ha detto:  "se non sarà possibile fare il TLR nell'area dell'ospedale, cercheremo un altro sito".

In sostanza sono passati 2 anni tra spese per incarichi professionali, studi di impatto ambientale, progetti, conferenze e pareri legali, per arrivare a riconoscere che l'autorizzazione non è stata ottenuta e che  quella localizzazione forse non va bene. Praticamente un "Scusate, abbiamo scherzato!!".

E quale sorte toccherà ad AEC, la società che dovrebbe curare la realizzazione e gestione del teleriscaldamento, di cui più nessuno parla? AEC è una scatola vuota, senza neanche un dipendente, (così ha detto il Sindaco seppur insicuro della sua dichiarazione), destinata ad essere liquidata dal Decreto Madia che impone di sciogliere tutte le società partecipate senza dipendenti. Invece il Sindaco Brignolo pare ignorare le disposizioni del suo stesso capo Matteo Renzi, regalando ad AEC la gestione di tutta l'illuminazione pubblica di Asti. Difficile dire con che mezzi AEC svolgerà questo delicato incarico. Darà in gestione ad un altro soggetto terzo, con ulteriore aggravio di costi per i cittadini.

Ma ormai è estate ed il tempo trascorre inesorabile verso le prossime elezioni amministrative. Brignolo ha avviato la sua campagna elettorale lanciando ogni giorno sui giornali le sue novità, dal buco in piazza Alfieri, al Wi-Fi nelle frazioni (ma già quello in città non funziona), alle merende nei parchi (pagate con soldi pubblici?).
A noi preme invece ricordare che se avesse permesso il referendum chiesto dai cittadini sul teleriscaldamento, forse avremmo risparmiato tempo e denaro.

#UnitiSiPuò
Clemente Elis Aceto
Anna Bosia
Massimo Scognamiglio